Comunicati stampa
Ma la menopausa è una malattia?
24 Aprile 2009A cura del Comitato Scientifico di Dialogo sui Farmaci
Revisione editoriale: Ottobre 2025
Aggiornamento 2025: fase fisiologica, sintomi gestibili e terapie personalizzate
Introduzione
La menopausa non è una malattia ma una fase fisiologica della vita femminile, definita dalla cessazione permanente delle mestruazioni dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea. È l’esito naturale dell’esaurimento funzionale follicolare ovarico e della conseguente caduta estrogenica. La transizione menopausale può tuttavia comportare sintomi e modifiche del rischio metabolico-osseo che meritano valutazione clinica.
Cosa cambia dal punto di vista biologico
Il calo di estradiolo e progesterone determina adattamenti neuroendocrini e metabolici: termoregolazione alterata (vampate e sudorazioni), variazione della qualità del sonno, modifiche dell’umore, secchezza vaginale e dispareunia, variazioni della composizione corporea (aumento del grasso viscerale), riduzione della massa ossea.
Sintomi: variabilità e impatto
L’intensità è eterogenea: circa un terzo delle donne ha sintomi lievi, un terzo moderati e un terzo severi con impatto su sonno, lavoro e qualità di vita. La durata media delle vampate è 4–7 anni, ma può prolungarsi.
Rischi a medio-lungo termine
- Osteoporosi e fratture: accelerazione del turnover con perdita ossea soprattutto nei primi 3–5 anni post-menopausa.
- Rischio cardiometabolico: incremento del grasso viscerale, possibile peggioramento di profilo pressorio e glicidico; il rischio cardiovascolare assoluto dipende da età e fattori concomitanti.
- Urogenitale: sindrome genitourinaria della menopausa con atrofia vulvo-vaginale, secchezza, dolore, infezioni ricorrenti, urgenza minzionale.
Terapia ormonale (TOS/HRT): quando e per chi
La TOS è il trattamento più efficace per le vampate e per la sindrome genitourinaria, e previene la perdita ossea durante l’uso.
Indicazioni principali: sintomi vasomotori moderati-severi che impattano la qualità di vita; prevenzione di fratture in donne ad alto rischio quando alternative non sono adatte o tollerate.
Timing: benefici maggiori se iniziata entro 10 anni dalla menopausa o <60 anni.
Rischi: aumentano con età, durata e tipo di schema. Possibili eventi avversi includono tromboembolismo venoso e, con alcuni regimi estro-progestinici combinati e uso prolungato, un lieve aumento del rischio di carcinoma mammario. La via transdermica a basse dosi è associata a minor rischio trombotico rispetto alla via orale. Necessaria valutazione personalizzata e rivalutazioni periodiche.
Alternative non ormonali
Per vampate: SSRI/SNRI a basso dosaggio, gabapentin, clonidina (selezione clinica). Per la sindrome genitourinaria: estrogeni vaginali a basso dosaggio o DHEA vaginale con minimo assorbimento sistemico, idratanti e lubrificanti. Per la salute ossea: calcio, vitamina D, esercizio con carico e, quando indicato, farmaci anti-riassorbitivi o anabolici.
Stile di vita e prevenzione
Attività fisica regolare (resistenza + forza), dieta mediterranea, sonno adeguato, riduzione alcol e stop al fumo. Screening periodici di pressione, BMI, lipidi e glicemia; valutazione del rischio fratturativo (es. FRAX) e densitometria secondo indicazioni cliniche.
Comunicazione e miti da sfatare
- La menopausa non è una malattia: richiede informazione, prevenzione e, se necessario, terapia.
- Ormoni = sempre pericolosi: falso; il profilo beneficio/rischio dipende da timing, dose, via, durata e fattori individuali.
- Fitoterapici sempre sicuri: non sempre; servono evidenze, qualità dei prodotti e valutazione delle interazioni.
Conclusioni
Approccio personalizzato, informato e periodicamente rivalutato. La gestione integrata tra stile di vita, supporto sintomatico, TOS o alternative quando indicate consente di preservare qualità di vita e salute ossea/cardiometabolica, senza medicalizzare impropriamente una fase naturale.
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