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La Lombalgia: Inquadramento Diagnostico e Strategie Terapeutiche

Documento originale disponibile in PDF nella sezione Rivista: Scarica il PDF originale CO-200803-2_1256.pdf

Introduzione

Il mal di schiena rappresenta una delle cause più frequenti di consultazione del Medico di Medicina Generale, costituendo circa il 20% degli accessi per disturbi osteoarticolari. La prevalenza nella popolazione è stimata tra il 12% e il 35%, e fino al 70% delle persone sperimenta almeno un episodio nella vita. Sebbene in alcuni casi possa essere espressione di patologie rilevanti, nel 90% dei casi la lombalgia è aspecifica, benigna e autolimitante.

Il presente dossier offre raccomandazioni evidence-based sulla gestione clinica della lombalgia, con particolare attenzione agli aspetti diagnostici e terapeutici. Non vengono trattate cervicalgie, lombalgia occupazionale e lombalgia in gravidanza.

Inquadramento Diagnostico

Come va inquadrato il paziente con lombalgia?

Il parametro cardine per l’inquadramento è la durata del dolore:

  • Lombalgia acuta/subacuta: durata inferiore a 3 mesi
  • Lombalgia cronica: durata superiore a 12 settimane

La distinzione tra acuta e subacuta varia tra linee guida, ma tutte concordano nel definire cronica la lombalgia oltre i tre mesi.

Segnali d’allarme (“Red Flags”)

Alcuni elementi clinici suggeriscono la necessità di approfondimenti diagnostici urgenti per escludere patologie severe.

Red Flags – Segni di Allarme
Età > 55 anniStoria di neoplasia
Calo ponderaleFebbre
Uso endovenoso di drogheDeficit motori progressivi
Ritenzione urinariaIncontinenza fecale
Anestesia a sellaTrauma maggiore

Fattori di rischio di cronicizzazione (“Yellow Flags”)

I fattori psicosociali influiscono in modo significativo sull’evoluzione della lombalgia.

CategoriaEsempi
Convinzioni Paura del movimento, credenze catastrofiche
Comportamenti Riposo eccessivo, riduzione delle attività quotidiane
Emozioni Ansia, depressione
Fattori familiari Atteggiamenti iperprotettivi
Lavoro Carico biomeccanico elevato, scarsa soddisfazione lavorativa

Quando sono utili RX, TAC o RMN?

  • Presenza di segnali di allarme (red flags)
  • Dolore persistente oltre 4 settimane

L’imaging precoce non migliora gli esiti clinici e spesso rileva anomalie asintomatiche. La radiologia tradizionale è indicata nei sospetti di frattura; TAC e RMN vanno riservate ai casi selezionati.

Terapia Farmacologica

Farmaci di prima e seconda linea

CategoriaNote di efficacia
Paracetamolo Farmaco di prima scelta. Efficacia paragonabile ai FANS nella forma acuta. Dose consigliata: 2–4 g/die.
FANS Efficaci nella lombalgia acuta e cronica. Seconda linea dopo il paracetamolo. Valutare rischi gastrointestinali, cardiovascolari e renali.
Oppioidi deboli Possibili in caso di risposta insufficiente a paracetamolo e FANS. Attenzione agli effetti avversi.
Miorilassanti Efficacia modesta e limitata nel tempo.
Corticosteroidi sistemici Non raccomandati, evidenze insufficienti.
Vitamina B12 Evidenze attualmente insufficienti.

Terapie Non Farmacologiche

InterventoEvidenza
Attività fisica Modesta efficacia; utile anche nella prevenzione delle recidive
Applicazione di calore Utile a breve termine
Manipolazioni spinali Efficacia sovrapponibile agli analgesici
Massaggi Moderatamente efficaci nella lombalgia cronica
Agopuntura Efficace a breve termine nelle forme croniche
Trazioni / TENS Evidenze insufficienti

Terapia Chirurgica

La chirurgia è indicata nei seguenti casi:

  • Sospetta sindrome della cauda equina
  • Deficit neurologici progressivi
  • Mancata risposta alla terapia conservativa in un periodo compreso tra 1 mese e 2 anni

Prevenzione delle Recidive

  • Attività fisica: utile, anche se non è definita la tipologia ideale
  • Back school: efficace solo nel breve termine e con programmi intensivi
  • Plantari, sollevamento pesi, cessazione del fumo: non mostrano efficacia specifica nella prevenzione della lombalgia

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