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Comunicati stampa

Vecchi e nuovi anticoagulanti orali — Aggiornamento 2025

02 Giugno 2013 Revisione editoriale: Ottobre 2025

A cura del Comitato Scientifico di Dialogo sui Farmaci
Revisione editoriale: Ottobre 2025

Introduzione

La fibrillazione atriale rappresenta una delle principali cause di ictus ischemico. Essa conferisce un aumento del rischio tromboembolico di circa cinque volte, con una probabilità di ictus che varia in funzione della presenza di ulteriori fattori di rischio cardiovascolare.

Il ruolo del warfarin

Per decenni, il warfarin è stato il riferimento terapeutico nella prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale. I dati clinici hanno dimostrato una riduzione del rischio di ictus di circa il 68% e una diminuzione della mortalità totale di circa il 33%. Tuttavia, la gestione del warfarin è complessa, poiché richiede un monitoraggio costante dell’INR e risente di numerose interazioni alimentari e farmacologiche.

I nuovi anticoagulanti orali (NAO)

Negli ultimi anni, sono stati introdotti i cosiddetti nuovi anticoagulanti orali (NAO), tra cui dabigatran, rivaroxaban e apixaban. Questi farmaci agiscono in modo più selettivo rispetto al warfarin e non richiedono un monitoraggio continuo dell’INR, pur mantenendo un’efficacia comparabile nella prevenzione dell’ictus e una riduzione del rischio di emorragie intracraniche.

Valutazione clinica e linee guida

Secondo le più recenti linee guida europee, i NAO rappresentano oggi la prima scelta terapeutica per la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare. Il warfarin resta comunque indicato in alcune categorie specifiche, come nei pazienti con valvole cardiache meccaniche o in presenza di sindrome antifosfolipidica.

Prospettive

La crescente disponibilità di dati a lungo termine sui nuovi anticoagulanti conferma la loro sicurezza e l’efficacia nella prevenzione degli eventi tromboembolici. Rimane tuttavia fondamentale la valutazione individuale del paziente, considerando età, comorbidità e rischio emorragico, per garantire un uso appropriato della terapia anticoagulante.

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